Il piccolo prezioso libro del maestro Corlazzoli è una finestra socchiusa sul mondo, scolastico e non, dei bambini dai sei ai dieci anni. Non c’è altro modo per conoscere meglio i piccoli della nuova generazione che guardare dalla serratura, con la guida di chi li conosce a fondo e fa una sola raccomandazione al lettore: non giudicare.
La passione, l’ascolto, la vicinanza senza mediazioni del maestro ai suoi alunni rende il racconto tenero, leggero. Dietro le parole attente e delicate di Cornazzoli vivono tuttavia tutti i problemi seri, pesanti, importantissimi della scuola italiana, da quello della precarietà, realtà di vita per tutti e anche per i piccoli, a quello dei doveri degli adulti, dal “programma da svolgere” a quello che si vorrebbe svolgere con tempi distesi e liberi, ma ricco di contenuti imprescindibili da una buona educazione dei bimbi.
La pausa mensa, l’attesa spasmodica della campanella di fine delle lezioni, i delicati ma decisi messaggi d’amore scritti su fogli di quaderni, l’esigenza di vivere in modo meno frenetico, il desiderio disperato di attenzione da parte dei genitori, il bisogno di esistere per gli adulti: tutto dentro poche pagine che si leggono con piacere e che fanno riflettere.
Il maestro Cornazzoli, un maestro un po’ speciale, parla di tutto con i suoi alunni: riesce a fare lezione su Falcone e Borsellino, spiega perché il 25 aprile è festa, cosa dobbiamo ricordare nel giorno della memoria, chi sono e quali ricchezze culturali portano con sé i figli dei migranti, apre una finestra sull’omofobia e sulla affettività, spiegando ai piccoli la naturale paura della diversità.
Il bravo maestro conosce le nuove tecnologie, le usa, le condivide con i suoi alunni; non li lascia mai soli però nel pensare, nel riflettere, nel giudicare quello che leggono sull’I-Pad o sul PC di papà.
I messaggi più pressanti del maestro di libertà, come lo chiamano i suoi studenti, sono, con le sue stesse parole: … Noi insegnanti dovremmo diventare educatori dell’affetto … Lavorare con i bambini richiede una competenza professionale, ma anche una grande capacità di entrare in relazione …
Allora la scuola deve rinnovarsi, è vero, ma forse c’è grande bisogno di nuovi insegnanti formati non solo nelle discipline che insegnano, ma anche al giusto modo di rapportarsi, con rispetto, ai ragazzini che hanno di fronte.
Recensione di Sandra Rebecchi